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Recensione – Volevo solo sfiorare il cielo di Silvia Ciompi

Amare significa esporsi ed essere vulnerabili, e io ti capisco meglio di chiunque altro, dopo la morte di mia madre e di mio nonno. Io non volevo innamorarmi di te esattamente per questo. Ma la solitudine è una sofferenza ancora più nera, credimi, e preferisco centomila volte il rischio di soffrire, piuttosto che non sentire niente ed essere morta già a diciott’anni.

Volevo solo sfiorare il cielo – Silvia Ciompi

Ringrazio sentitamente la casa editrice Sperling & Kupfer per avermi inviato una copia cartacea del nuovo romanzo di Silvia Ciompi per recensirlo. Sono stata così felice quando l’ho ricevuto da buttarmi subito nella lettura… ed eccomi qua oggi, a parlarvene. Ne sento terribilmente il bisogno, questo libro ha scosso qualcosa in me.

Trama

Volevo solo sfiorare il cielo di Silvia Ciompi

Dopo la morte della madre Emma, Clelia ha smesso di vivere. Nasconde le cicatrici sotto il trucco pesante e le magliette scure troppo lunghe, con il silenzio unico compagno delle sue giornate, da cui la musica, tanto amata da Emma, è bandita. Il giorno del suo compleanno, quando la nonna le consegna la chiave di uno scantinato che le aveva comprato la madre per allestire una web radio, Clelia all’inizio non ne vuole sapere, poi la curiosità di scoprire il suo ultimo piano ha la meglio. Ed è proprio fuori dallo scantinato, sotto il sole cocente di giugno, che conosce Lorenzo, appena arrivato all’Isola d’Elba da Roma, con i suoi ricci ribelli, la faccia da schiaffi e un sorriso arrogante. Tra i due prima è guerra aperta, poi tregua armata, infine pace che assomiglia tanto all’amore.

E all’improvviso, mentre l’estate infuria e l’afa diventa sempre più opprimente, Clelia non si nasconde più e la musica torna a fare da colonna sonora ai suoi giorni. Ma la ragazza non sa che Lorenzo è in fuga da tutto, soprattutto da se stesso, e si porta dentro un terribile dolore. Una volta che i segreti di entrambi verranno svelati, la loro storia sopravvivrà ai contraccolpi della vita? 

Recensione

Quando un libro di smuove qualcosa dentro…

…allora è quello giusto. “Volevo solo sfiorare il cielo” è arrivato come un fulmine a ciel sereno, in un periodo abbastanza buio in cui qualsiasi lettura non mi soddisfaceva abbastanza. Iniziavo a leggere qualcosa e tac che cadevo nel blocco del lettore. Poi il postino ha suonato il campanello. “Non aspetto niente” pensavo tra me e me mentre scendevo le scale del mio condominio. Mi fermo davanti alla porta, la apro, prendo il pacco e torno in casa. Apro la busta e tutta la tempesta dei giorni precedenti sparisce. Mi trovo tra le mani il libro che credevo non mi sarebbe arrivato a causa della mancata disponibilità delle copie e per me è come un regalo fatto dall’amica più stretta. Energica e super emozionata, inizio a leggere. Ero realmente inconsapevole che quel libro avrebbe smosso in me emozioni troppo forti da gestire.

La storia, i personaggi, l’ambientazione

Leggendo la trama di questo romanzo non avrei mai creduto di trovare tra le parole scritte così tante emozioni. Il libro parla di Clelia e Lorenzo, entrambi feriti e ingannati dalla vita che, invece di dar loro gioia e spensieratezza, si è presa ogni briciola di felicità condannandoli a un’esistenza dura. Clelia ha perso la mamma in un incidente di cui si sente colpevole mentre Lorenzo è frustrato da una situazione asfissiante che lo rende schiavo dei ricordi felici e del futuro che pensa di non poter più scegliere. Entrambi sono legati a una vita troppo cupa. Clelia ha smesso di vivere dopo la morte della mamma e Lorenzo ha intenzione di fare lo stesso.

Un giorno però il destino li porta entrambi davanti all’entrata di un’edificio che sembra essere di Lorenzo ma che legalmente appartiene a Clelia. Così si incontrano e come solitamente avviene tra due persone simili ma apparentemente diverse, iniziano a prendersi a parole. E saranno proprio quelle parole ad avvicinarli sempre di più alla felicità. Inizia così il loro cammino insieme.

Il libro è ambientato all’Isola d’Elba, dove Lorenzo si rifugia, lontano da tutti. Lo zio, Roberto, anche se non sembra d’accordo con lui, lo accoglie nel suo appartamento e gli permette di passare un’estate spensierata. Clelia, invece, sull’Isola ci è nata una volta e rinascerà una seconda volta ancora, grazie a sua nonna Bruna, al suo amico Ahmed e a Lorenzo. Grazie alla felicità di cui pian piano cerca di riappropriarsi.

I personaggi sono pochi e tutti ben sviluppati. Le descrizioni, seppur a volte abbastanza lunghe, tengono il lettore incollato alle pagine perché sono scritte talmente bene da non essere mai pesanti. La semplicità di scrittura dell’autrice contrastata alla profondità dei temi che vengono trattati permettono a chi legge di immedesimarsi ancora meglio con i protagonisti. Clelia e Lorenzo in particolare, crescono tra e con le parole di un narratore onnisciente ma mai troppo invadente. Ho amato questi due ragazzi perché in ogni loro gesto c’ero anche io.

L’amore che va oltre il dolore

L’amore tra Clelia e Lorenzo va oltre il dolore e la paura. Il loro desiderio di amore, di felicità e di vita è più forte di tutte le condanne che hanno. Ecco perché si cercheranno sempre. Ecco perché mi sono ritrovata tanto in loro. La paura di non farcela, il passato che torna inesorabile e ti svuota, i ricordi che fanno un rumore incredibile. Ma la cosa che fa più male è la voglia di normalità che sai di non poter mai avere. Sono questi i temi delicati e tremendamente realistici che l’autrice affronta con parole genuine, spiazzanti, in grado di arrivare al cuore di chiunque.

Lo consiglio?

E’ un libro che certamente consiglio e che terrò per tempre tra i miei preferiti. É un libro forte, che affronta tematiche forti ma che è adatto a tutti. Un romanzo che va oltre le parole, che va oltre la trama, che rimane dentro e non se ne va più. Lo consiglio a tutti perché merita veramente di essere letto e amato.

VOTO: 5\5

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