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IO LEGGO PERCHÉ – Donare libri alle scuole di Montecchio Emilia (e non solo…)

Più leggi più cose saprai.
Più impari, in più posti andrai.

Dr. Seuss

Ho sempre amato le biblioteche, seppur da piccola non fossi così appassionata alla lettura.
Ricordo che, sin da piccola, ogni qualvolta entrassi in questa immensa stanza piena di libri, sentivo dentro me emozioni forti. Il profumo della carta stampata, le copertine rivestite, il silenzio e l’ambiente calmo mi hanno sempre dato sicurezza. Sono cresciuta con l’idea che la biblioteca fosse il luogo sicuro per tutti i bimbi sognatori.

Oggi mi guardo indietro e vedo una piccola bambina paffutella tra gli scaffali di una biblioteca immensa e sorriso, perché quella bambina è cresciuta coltivando una passione grande quasi come quella stanza. E se ho avuto la fortuna di farlo è solo perché c’è stato qualcuno che mi ha trasmetto la voglia di crederci.
Penso che sia il compito di tutti noi… trasmettere ai più piccoli la passione per la lettura. Quale miglior modo se non quello di donare un libro e far che sì che si possa creare una gigantesca biblioteca scolastica?

#IOLEGGOPERCHÉ

#IOLEGGOPERCHÉ è un’iniziativa nazionale e consiste in una grande raccolta di libri che permetteranno di arricchire in maniera consistente le biblioteche scolastiche di tutte le scuole italiane che decidono di aderirvi.

Dal 20 al 28 novembre è possibile recarsi presso un’edicola, una libreria o semplicemente collegarsi online al sito, acquistare uno o più libri a propria scelta e donarli a una scuola della provincia.

Ho partecipato anche io e non posso che esserne orgogliosa. Credo molto nella lettura e nel suo potere e donare un libro era un’occasione che non potevo lasciarmi sfuggire.

NOI ABBIAMO PARTECIPATO…

Ho scoperto dell’iniziativa qualche giorno fa grazie a Eugenio Pattacini che, sempre molto attivo, presente e attento alle iniziative paesane, mi ha informata. Così ho fatto un po’ di passaparola e sono davvero felice che Grazia Catellani abbia deciso di aderire insieme a me a questa bellissima raccolta.

Lei con il suo romanzo “Vite in prestito”, io con l’antologia “#Lettureantivirus” in cui è presente anche il mio racconto, ci siamo recate presso la cartolibreria “La Matita” di Montecchio Emilia e abbiamo donato i due libri all’Istituto Superiore Silvio d’Arzo.

Siamo veramente felici di averlo fatto e spero che in tanti possano partecipare per far sì che ogni scuola abbia una biblioteca piena di storie da poter scoprire. Leggere non è l’attività preferita dei ragazzi al giorno d’oggi, ma se ci facciamo vedere interessati a questo mondo così ricco di nuove esperienze, tutto il resto verrà da sé.

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GDL di Valentina e Giulia – L’ombra del vento di Carlos Ruis Zafòn

I libri sono specchi: riflettono ciò che abbiamo dentro.

Carlos Ruis Zafon

Riprendere in mano e recensire “L’ombra del vento” è pura emozione per me. “L’ombra del vento” è Il Libro che mi ha fatto avvicinare in modo potente al mondo della lettura.

Quando mi sono imbattuta nella storie di Instagram di Giulia e Valentina che riguardavano la creazione di un gruppo di lettura per i libri di Zafòn, ho sentito un tuffo al cuore. Non potevo non parteciparvi.

Immaginate una ragazzina di dodici anni che va in biblioteca per la prima volta e nella ricerca tra migliaia di volumi sente il richiamo per questo romanzo e, proprio come Daniel, il protagonista di questo libro, la Marina di quel tempo viene rapita dalla storia fin dalle prime pagine.

Ora cerco di spiegarvi il perchè.

Trama

L’ombra del vento

Una mattina del 1945 il proprietario di un modesto negozio di libri usati conduce il figlio undicenne, Daniel, nel cuore della città vecchia di Barcellona al Cimitero dei Libri Dimenticati, un luogo in cui migliaia di libri di cui il tempo ha cancellato il ricordo, vengono sottratti all’oblio. Qui Daniel entra in possesso del libro “maledetto” che cambierà il corso della sua vita, introducendolo in un labirinto di intrighi legati alla figura del suo autore e da tempo sepolti nell’anima oscura della città. Un romanzo in cui i bagliori di un passato inquietante si riverberano sul presente del giovane protagonista, in una Barcellona dalla duplice identità: quella ricca ed elegante degli ultimi splendori del Modernismo e quella cupa del dopoguerra.

“Ogni libro possiede un’anima, l’anima di chi lo ha scritto e di coloro che lo hanno letto, di chi ha vissuto e di chi ha sognato grazie ad esso.”

Carlos Ruis Zafon

Recensione

Daniel E Julian: due storie a confronto

Daniel vive in una Barcellona degli anni 40 insieme al padre, ed è un ragazzino di undici anni quando scopre “L’ombra del vento” scritto da Julian Carax nel Cimitero dei libri dimenticati.

Foto di Peter H da Pixabay

Finito di leggere, il nostro protagonista rimane talmente folgorato dal libro che cerca in tutti i modi di rintracciare altre opere di Carax, ma viene prontamente ostacolato da un uomo senza volto che si fa chiamare Lain Curbert e dall’ispettore Fumero.

L’ombra del vento racconta due storie: da una parte quella di Daniel, di Fermin e di Bea mentre dall’altra quella di Julian, Jeorge e Penelope.

Leggendo il libro, si trovano senza ombra di dubbio dei parallelismi tra le due storie: entrambe parlano di un amore ostacolato che cerca in tutti i modi di uscire alla luce del sole, raccontano la paura nei confronti di un destino che sembra non dar tregua a nessuno dei due protagonisti.

I personaggi

Sono talmente affezionata a Daniel, a Fermin, a Bea, a Julian e tutti i personaggi che riesco trovare quasi degli amici in un ognuno di loro.

Nel libro, Daniel è il protagonista e si assiste in modo completo alla crescita di questo personaggio: questo ragazzino che ha paura della vita dopo aver perso sua madre da piccolo, si ritrova a dover affrontare se stesso e i suoi dubbi per salvare l’amore per Bea.

Fermin, il barbone salvato da Daniel, diventa il miglior amico che si possa avere: questo uomo racchiude l’intelligenza, il coraggio e la stima che dovremmo aver in ognuno di noi.

Ma una delle figure che ha catturato la mia attenzione durante la lettura è stata Sofie Carax, la madre di Julian. Questa donna vive in un amore mai cominciato e si lascia trasportare dagli eventi, che porteranno a tutta la nostra storia. Lei, conscia di tutto fin dall’inizio, vuole proteggere Julian dal dolore della verità, cosa che farebbe ogni madre. Cerca di farlo scappare a Parigi quando la situazione precipita e evita di farlo entrare nell’esercito.

Sofie ha pensato a una sola cosa per tutto il tempo: proteggere suo figlio. L’amore dovrebbe fare questo sempre: curare il bene dell’altro e volere la sua felicità.

Cosa ne penso?

Zafòn è un maestro nel creare un mondo per queste storie che sono legate dall’amore, ma anche dalle bugie, dal destino ma soprattutto dalle scelte fatte che portano i protagonisti a combattere per la loro vita.

Ti viene quasi voglia di visitare Barcellona di quel tempo per ripercorrere tutte le strade, per scoprire e conoscere la villa dell’angelo e magari scoprire se c’è ancora Julian che ci aspetta.

Come si fa a recensire un libro che non è altro che un pezzo del tuo cuore?

La storia di Daniel riuscirà a entrarvi dritta nei cuori, vi verrà quasi voglia di lottare assieme a lui affinché tutta la verità esca fuori a galla, che vinca l’amore e almeno una volta nella vita mangiare un buon pasto caldo con il vecchio Fermin o semplicemente entrare nella libreria di Sampere e figli.

Questo libro lo consiglio vivamente, perché è scritto in maniera magistrale e racconta una storia che non è la semplice favola d’amore che tutti si aspettano, ma che anzi, fa capire che bisogna combattere per tenersi stretto l’Amore, perché come dice il nostro amico Fermin: ‘Ci sono due o tre ragioni per cui vivere, il resto è letame.’ Se anche voi, avete una persona che combatte per voi, allora siete veramente fortunati.

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Review Party – You are my perfect Chaos di Nancy Ward

É così che funziona quando i caos è perfetto: le lancette dell’orologio cominciano a correre una maratona a tempo, e quando questo sta per finire, all’improvviso tutto torna normale, capendo che quella normalità non sarà più come prima.

Nancy Ward

Finalmente è arrivato il momento di parlarvene. Sono stata giorni a pensare a cosa scrivere per presentarvi al meglio il libro e per farvi capire cosa ho provato leggendolo. Non sono sicura di aver trovato le parole giuste, ma ci provo.

Come tutto è iniziato…

Ho letto questo libro in anteprima. Ringrazio Nancy per essersi fidata di me e avermi permesso di conoscere Alessio e Alice prima del tempo. Mi sono sentita sopra le stelle quando l’autrice mi ha contattata, perché ho letto tutti i suoi libri e la seguo da tanto tempo. Avere l’onore di essere una delle poche a leggere il suo libro in anteprima mi ha davvero riempita di gioia. Ma Nancy mi aveva avvertita… “questo non è il genere che scrivo di solito, magari non ti piace…”.

Ebbene… se sono qui oggi è perché, nonostante non sia il genere che scrive di solito, mi è piaciuto. Mi è piaciuto tanto.

Trama

Quante volte ci chiediamo perché un amore cominci e finisca in un certo modo?
Quante volte ci siamo domandati chi fosse su questo mondo a tirare le fila dei destini delle persone e perché quando tira il nostro, è sempre un gran casino?
Alice ed Alessandro si pongono esattamente queste due domande senza ancora aver trovato risposta.
Alice vive nella provincia di Modena, ha 19 anni e frequenta l’ultimo anno di scuola superiore.
Alessandro, invece, è di Trieste, ha 22 anni e sta terminando l’ultimo anno di università.
L’incontro inaspettato fra i due protagonisti avverrà in una serata di inverno, tra una caprese in un locale e una chiacchierata lunga quasi tutta la notte fatta di somiglianze, di scoperte e di una promessa: il restare in contatto e rivedersi di nuovo alla luce del giorno.
Con l’aiuto di due narratori d’eccezione, i ragazzi conosceranno l’amore inaspettato, quello vero che accade una sola volta nella vita e non conosce fine.
Ma come in tutti gli amori, i timori e le insicurezze sono proprio dietro l’angolo.

Recensione

Ammetto che è parecchio tempo che non leggo libri di questo tipo, quindi prendere il via con la lettura è stato un po’ complicato. Passare da omicidi, armi, polizia e scientifica ad amore, baci e sentimenti non è facilissimo. Se all’inizio mi sono trovata in difficoltà, dopo aver letto due capitoli mi sono completamente innamorata dei personaggi e della storia.

Foto di Tú Anh da Pixabay

Ambientato a Modena, una città limitrofa alla mia, racconta l’inizio della relazione tra Alessio e Alice. Entrambi vivono una vita “imperfetta” e non riescono a capirne appieno il motivo. Il loro casuale incontro porta li a scontrarsi con la realtà e a rendersi conto che non riusciranno più a fare a meno l’uno dell’altra. Iniziano così a scambiarsi messaggi, a sentirsi costantemente, a pensarsi giorno e notte nell’attesa che arrivi il momento di rivedersi ancora, Ma tutto ciò durerà poco: Alessio ha un biglietto di sola andata per Trieste. Riusciranno a sconfiggere la paura della distanza?

I personaggi

I due protagonisti sono gli unici personaggi principali di questo libro. La storia si incentra completamente sull’evoluzione della loro relazione. Se incontrarsi è stato un caso, continuare a sentirsi e iniziare ad amarsi non lo sarà. Alessio e Alice provano un sentimento davvero grande, quasi indistruttibile, sin dal primo momento che si sono visti. Nulla riuscirà a cambiare ciò che provano. Nemmeno il susseguirsi di eventi che li porterà a prendere strade diverse, perché due persone che si amano come loro non potranno mai dividersi davvero.

Foto di Free-Photos da Pixabay

Mi sono appassionata molto a tutti e due perché mi è davvero sembrato di conoscerli. Sono delineati così bene che, durante la lettura, mi pareva quasi di averli davanti a me. Sin dal primo momento, ho detto all’autrice che più che un libro questo mi sembrava un film. Scritto quasi come una sceneggiatura (data e luogo a inizio capitolo, tanti dialoghi), mi ha dato l’illusione di rivivere l’inizio della mia relazione con il mio compagno. Diciamo che sono molto simili…

Tra i due ammetto che mi sono affezionata moto di più ad Alessio. Mi faceva una tenerezza incredibile e non so precisamente per quale motivo. In ogni caso sono tutti e due ben caratterizzati e questo è l’importante.

La storia

La cosa che mi ha appassionata di più è certamente la storia e il suo contesto. I due protagonisti si incontrano, passano la serata insieme e si raccontano di tutto, iniziano a sentirsi e tra loro scatta l’amore. Sembra una di quelle storie preimpostate ma non è così. Questa non è la classica storia ricca di cliché e con poca sostanza. Questa è una di quelle storie che appassionano il lettore, che lo trasporta in una realtà più magica, più vera. Non è semplicemente il racconto di una relazione, ma l’inizio di una nuova vita per Alice e per Alessio.

Personalmente mi sono commossa in tanti punti del libro, ma la parte che più mi ha fatta piangere è certamente il finale. Mi ricorda molto il mio passato, ciò che ho sconfitto e ciò che ho guadagnato grazie all’amore. É un po’ ciò che faranno i due protagonisti: conquisteranno la vita grazie all’amore. Nonostante tutto.

Cosa ne penso?

Penso che questo libro meriti la produzione di un cortometraggio. L’ho detto dall’esatto momento in cui ho chiuso il Kindle e mi sentivo vuota. Vuota senza Alessio e senza Alice, vuota senza il loro amore e senza la loro bellissima storia. Ho scritto a Nancy e le ho detto di pensarci, perché vedere i due ragazzi in giro per Modena non mi dispiacerebbe assolutamente.

Trovo sia bellissima la presenza di narratori “insoliti” in terza persona. Durante il corso della lettura, infatti, troverete vari narratori, tutti diversi ma in qualche modo collegati. Non posso dirvi di più perché sennò vi svelerei ciò che dovete capire da soli, ma posso garantirvi che è tutto molto magico.

In ogni caso ciò che penso è che, nonostante non sia nel genere di scrittura di Nancy, l’autrice abbia fatto un lavoro eccellente. Ho pianto tanto e quando piango è positivo, perché significa che le parole mi entrano nel cuore. You are my perfect Chaos mi è entrato nel cuore. Merita di essere letto e amato.

Voto: 5\5

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Collaborazione – Recensione de “La cripta” di Nina Miselli

Il libro “La cripta” di Nina Miselli propone una metafora importante: parla di prigionia e insegna la libertà alle donne.

Sentì di perdere i contatti con la realtà. Sentì di perdere il controllo in modo estremo e pericoloso. Il suo cuore batteva fortissimo, non riusciva a respirare.

Nina Miselli

La presentazione del libro – 30\08\2020 a Montecchio Emilia

É avvenuto tutto così in fretta. Ho scoperto che Nina avrebbe presentato il suo libro quasi una settimana fa, così mi sono organizzata e ci sono andata. Inutile dire che ne sono rimasta davvero contenta. Incontrare autori che parlano dei loro libri mi piace davvero molto, perché mi permette di comprendere meglio ciò che scrivono o ciò che li spinge a scrivere. Ma quando gli autori che incontro abitano a 4 km da casa mia, allora il tutto diventa più interessante.

Quando Nina mi ha contattata per chiedermi di leggere il suo libro, non avevo compreso che abitasse vicino a me. L’ho scoperto solo quando ho letto l’indirizzo del mittente nella busta del “piego di libri”. Ebbene… mi sono emozionata tanto! Ho preso subito il libro e l’ho iniziato. Ci ho messo qualche giorno a causa degli impegni personali irrimandabili, ma fortunatamente sono riuscita a finirlo prima della presentazione.

Ma parliamo di ieri…

La presentazione a mio avviso è stata davvero molto interessante. Il conduttore, Guglielmo Mauti, è stato molto bravo a fare le domande all’autrice senza permetterle di svelare tutta la storia. Penso che sia molto difficile per un autore non fare spoiler quando gli chiedono di parlare del proprio libro. Invece Nina si è comportata davvero bene, anche se in questo caso era quasi impossibile non rivelare niente. Guglielmo e Nina sono riusciti a intrattenere i presenti in maniera eccellente e l’autrice, nel corso della presentazione, mi ha chiarito alcuni dubbi sorti durante e a fine lettura.

Una delle domande che le sono state fatte è: “Hai ricevuto solo pareri positivi o anche qualche critica?”. Ebbene amici… l’autrice ha ricevuto tantissimi pareri positivi, tra cui anche il mio, ma una delle critiche costruttive che le sono state fatte partono proprio da me. Ma ve ne parlo dopo.

Concludo il racconto di ieri sera congratulandomi con l’autrice, Nina Miselli, davvero molto in gamba e di una calma indescrivibile. Mi ha rilassata molto ascoltarla e ha convinta ancora di più che ciò che sto facendo sia ciò che devo fare. Vi invito ad acquistare il suo libro e leggerlo, perché nonostante tutto, è uno i quei libri che difficilmente dimentichi. Grazie Nina.

Trama

La cripta di Nina Miselli

Una ragazza solare, con una famiglia amorevole, un lavoro che le piace e un uomo che ama più di sé stessa. Sabry non può desiderare nient’altro, ha già tutto quello di cui ha bisogno per essere felice. Ma non sempre tutto va come deve andare. Sarà proprio nel momento in cui riceverà una grande delusione che deciderà di lasciare i suoi cari per allontanarsi. Lascerà il sud e approderà a Reggio Emilia. Sarà l’inizio della fine. Proprio quando tutto sembra andare nel migliore dei modi, Sabry capisce di non essere più la stessa di sempre e di desiderare una sola cosa: la libertà.

Recensione

Di genere thriller, “La cripta” racconta di un rapimento di una donna per mano di un uomo. Sabry, una volta trasferitasi al nord, comincerà ad essere pedinata e osservata dall’uomo che un giorno, nel parcheggio del centro commerciale in cui lavora, le da una botta in testa e la rapisce. Si sveglierà in una cripta, ma non sarà sola. Caronte, così ha soprannominato il suo carceriere, la sta guardando. Insieme a lui anche il cadavere in putrefazione di una delle sue tante vittime. Sarà proprio all’interno di quella cripta che Caronte farà la sua promessa: “Sarai mia moglie e la madre dei miei figli”. Tutto ciò alla fine di alcune prove, l’ultima delle quali davvero inquietante. La ragazza troverà la forza di sopravvivere nell’amore che prova per il padre Bruno. Riuscirà a liberarsi, ma sarà mai davvero libera?

L’ambientazione

La prima parte del libro è ambientata in un cimitero, mentre la parte successiva al rapimento di Sabry è ambientata al sud, nel paese natale della ragazza. Dopo essere riuscita a scappare dalle mani del suo aguzzino, Sabry non ne vuole sapere di tornare nel suo appartamento a Montecchio Emilia. Così lascerà l’Emilia e tornerà nella sua terra, con la sua famiglia e con Carmine, il motivo della sua improvvisa partenza. Quando tornerà a casa, gli incubi la tormenteranno e farà fatica a parlarne con tutti, anche con il suo medico. Ciò che ha vissuto all’interno della cripta e quello che ha provato durante l’ultima prova è troppo per lei.

La storia d’amore, un momento di respiro per il lettore

É vero che in un libro thriller raramente ci sono storie d’amore vere, ma quella tra Carmine e Sabry è una storia che dona respiro al lettore. A metà del romanzo incontriamo una scintilla importante tra i due protagonisti. Nonostante la ragazza sia partita per Montecchio a causa della delusione provocata da Carmine, dopo qualche tempo si lascia andare e cade tra le braccia protettive del suo amato. Riuscirà a confidargli i suoi sentimenti, le sue paure e i suoi incubi e lui prontamente sarà lì per difenderla e donarle speranza.

Cosa ne penso?

Il libro tutto sommato mi è piaciuto, ma c’è una cosa che non ho apprezzato molto: la velocità di narrazione. L’ordine cronologico degli eventi, davvero inconsueto nei thriller, velocizza la narrazione e non permette al lettore di entrare completamente nella psicologia dei personaggi. Trovo, infatti, che i personaggi siano poco approfonditi a livello psicologico. Soprattutto Caronte, l’uomo malato che rapisce le donne e le priva della libertà, meritava un approfondimento psicologico. Avrei, da lettrice compulsiva di thriller, voluto leggere qualcosa del passato dei personaggi (così da rendere chiare le dinamiche e i comportamenti). Anche se, come ha detto ieri sera Guglielmo Mauti, non è fondamentale, trovo sia però molto importante per coinvolgere appieno il lettore. Tutto sommato però è una lettura piacevole e ricca di significato…

La metafora: la cripta come pivazione di libertà

In conclusione mi piacerebbe molto spiegarvi una metafora importante del libro: la cripta e la privazione di libertà. Come detto in precedenza, quando Caronte chiude Sabry nella cripta le promette che diventerà la sua donna e la mamma dei suoi figli. Ebbene… la sua libertà sarà proprio quella. Quando supererà le prove, uscirà dalla cripta, ma continuerà ad essere imprigionata nelle mani di un uomo che non la ama. É ciò che succede tutti i giorni: donne che vengono inconsciamente rapite e possedute da uomini che non le amano, che fanno loro del male ogni qualvolta decidano di essere realmente libere. Questo è il senso del libro: insegnare a distinguere libertà da libera prigionia. Siamo tutte in grado di scegliere quando, con chi e perché.

Voto: 4\5

Un grazie speciale alla Proloco di Montecchio Emilia per aver dato e per dare la possibilità a scrittori e scrittrici locali di presentare i loro libri al Parco Enza dello stesso paese. Diffondere cultura e passione è sempre una cosa bella ed emozionante!

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Vi parlo di “La verità su Angela”, la nuova edizione di “Io vivo in te” di Alessia Servidei

Possibile che lei sapesse cose che io, invece, ignoravo?

Alessia Servidei

Fino a qualche mese fa non avrei assolutamente pensato di parlare nuovamente di un libro che ho recensito in maniera negativa sul mio blog. Non mi era mai successo finora di rileggere una nuova edizione di un libro già letto e, in questo caso, disprezzato. Ma c’è sempre una prima volta, così eccomi qui orgogliosa di parlare di “La verità su Angela” di Alessia Servidei, la nuova edizione del vecchio “Io vivo in te”.

Non sempre ma… qualche volta bisogna ricredersi.

Con Alessia ho avuto occasione di parlare e di chiarire il motivo per cui il suo primo libro non mi era piaciuto. Più che per una questione di stesura, mi sembrava eccessiva la superficialità con cui venivano trattati argomenti importanti e profondi come la malattia mentale. In questo caso la colpa non era però dell’autrice, perché scrivere di cose così importanti senza l’aiuto di nessuno non è semplice, bensì della casa editrice che l’aveva pubblicato. Dopo varie chiacchiere, mi ha detto che avrebbe ripubblicato una nuova edizione, questa volta editata professionalmente e scritta in modo che il lettore potesse capire le dinamiche della storia, fino a immedesimarsi nella protagonista. Ne sono rimasta felice e qualche giorno fa l’ho acquistato, curiosa di sapere se questo nuovo libro potesse essere all’altezza delle mie aspettative. Finalmente mi sono ricreduta.

Trama

Gli incubi, nemici del suo sonno, l’unico portale verso ciò che dovrà affrontare. Angela, una rinomata psicologa, votata con il suo lavoro ad aiutare chi ha subito dei traumi profondi, non riesce più ad abbandonarsi al sonno. Ogni qualvolta che chiude gli occhi, degli incubi spaventosi corrono alla sua mente, come tanti tentacoli oscuri e densi d’inchiostro. Tutto intorno a lei diventa marcio, ogni cosa si ricopre di muffa e di un odore stantio. La verità continua a sfuggirle dalle dita, ancorandosi in profondità nel suo passato. Per la prima volta, dovrà imparare che non serve essere bravi a guarire le ferite degli altri, quando si lasciano sanguinare le proprie. Quando il dolore di una paziente diventa il riflesso del tuo, scappare non serve: le voragini del passato trovano sempre il modo di raggiungerti, buttarti a terra e ghermirti. Lasciare che l’oscurità le offuschi la mente non è mai stato così facile.

Recensione

La storia

“La verità su Angela” è, come ho già detto, la nuova edizione di “Io vivo in te”, ma dal primo libro al secondo cambia davvero tutto. La prima cosa che ho notato leggendo la nuova edizione è che finalmente la storia ha un senso logico e il lettore riesce finalmente a capire le dinamiche delle vicende. La trama è rispettata in tutto e per tutto. La narrazione è così efficace da rendere quasi impercettibili alcuni errori che ho trovato nel testo ma che con il tempo possono essere sicuramente sistemati. Il narratore è onnisciente durante tutta la narrazione, ma in alcuni punti incontriamo un narratore in prima persona che corrisponde con uno dei personaggi.

I personaggi

I personaggi del libro sono pochi ma ben delineati. I principali sono Angela, psicologa in carriera, moglie del comandante Max e mamma di Sara e Rebecca. Quelli secondari sono Roberta, la mamma di Angela, Federica, la sua migliore amica e Luca, collega e amico di Max.

Nonostante tutti loro comparissero anche nella prima edizione, in questa abbiamo dei caratteri ben delineati in linea con le vicende. Il personaggio che ho apprezzato di più è sicuramente Angela. La protagonista, infatti, è una donna in carriera, una mamma e una moglie perfetta, incapace di farsi abbattere e propensa ad aiutare gli altri. Però un giorno iniziano gli incubi e la mente di Angela inizia pian piano a cadere in un limbo fatto di disperazione e paura. É proprio da quegli incubi che Angela non riuscirà più a rialzarsi, finendo per segnarsi la vita per sempre. Mi piace molto il climax che si vede durante la narrazione: una donna forte inizia a dondolare sulle sue ansie fino a cadere definitivamente.

Il tema trattato: la malattia mentale

Il tema trattato è un tema davvero molto importante e certamente non va letto o scritto con superficialità. Alessia è stata brava a dare il giusto peso a tutto e a rendere la storia alla portata di tutti. La malattia mentale non è l’unico tema: troviamo l’abuso, il maltrattamento in famiglia, la depressione e il bipolarismo. Lo stile semplice rende tutto di facile comprensione. Ho apprezzato molto l’avviso che l’autrice dà a un punto della storia, chiedendo al lettore di evitare la lettura di un capitolo qualora egli sia sensibile a certi argomenti. Questo permette anche ai più fragili di poter leggere la storia senza soffrirne troppo.

Cosa ne penso?

Dire cosa penso di questo libro è davvero molto complicato per me. Il tema trattato è qualcosa che mi riguarda da vicino e leggere una storia così ha suscitato in me tante emozioni difficili da trascrivere. Però ci provo. Con il senno di poi, sono felice di aver criticato così tanto Alessia dopo aver letto il suo primo libro, perché senza le critiche (mie e di altre blogger) non avrebbe certamente deciso di ripubblicarlo. Sono però altrettanto felice che lei abbia preso coraggio e abbia rimesso mano sulla sua storia. Non è semplice parlare di argomenti così pesanti quando fanno parte della nostra quotidianità, ma ammiro il coraggio e la determinazione di Alessia che, invece, ci è riuscita alla grande.Penso che l’intento dell’autrice di aiutare chi vive situazioni difficili sia stato compiuto: questo libro può aiutare tante persone.

Il lavoro dell’editor

Ultimo ma non per importanza, voglio spendere due parole sull’editor che si è occupata di questo libro. Giulia Stefanini è una ragazza che seguo da un po’ di tempo su instagram (la_tana_dei_libri_sconosciuti) e che ancora una volta si è dimostrata professionale e capace nel suo lavoro. Ha infatti preso un libro pessimo e l’ha stravolto, aiutando l’autrice a riscrivere una storia difficile ed editando il libro in maniera quasi impeccabile. Credo che il suo sia stato davvero un ottimo lavoro! Vi lascio il link del profilo , seguitela perché è davvero molto brava.

Voto: 5\5

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In Gruppo di lettura

GDL di Passione Libri – Torno a prenderti di Stephen King

Avrebbe fatto quella telefonata presto, pensò. Di lì a una settimana. Due al massimo. Non era ancora il momento giusto, ma quasi. Quasi.

Stephen King

Maggio è stato un mese un po’ particolare per me, sono stata assente per vari motivi personali che non sto a elencare. Ovviamente riguardano sempre la macchina, quello ormai è scontato. In tutto ciò ho trovato anche un attimo di tempo per riuscire a leggere il libro per il gruppo di lettura “Leggere con Passione Libri” (a cui potete partecipare, se volete). Il romanzo in questione è un racconto breve di Stephen King intitolato “Torno a prenderti” pubblicato nel 2007.

Trama

Emily si è rifugiata in un disabitato luogo di villeggiatura. Un giorno mentre fa jogging lancia uno sguardo incauto al bagagliaio dell’auto del vicino… e si risveglia saldamente legata nella cucina di lui, in procinto di essere torturata e fatta a pezzi come la vittima che aveva casualmente adocchiato. Immobilizzata e indifesa, senza nessuno che possa sentirla nel raggio di chilometri, Emily tenta disperatamente di escogitare un piano prima che il mostro torni a prenderla.

Recensioni

Marina

Son sincera, è il primo libro che leggo di King ed ero scettica in quanto sapevo della potenza dei suoi libri. E in ‘Torno a prenderti’ c’è tutta la potenza di cui ho sentito parlare. Mi viene da riassumere questo libro con una parola: rivincita. Questo mi viene da dire dopo aver letto la storia di Emily, che mi ha lasciato con una nota di tristezza che viene prontamente compensata dalla lotta che ha affrontato per tenersi in vita. Nei peggiori dei modi, ha capito. Il cosa lo lascio scoprire a chi leggerà questo libro. Dalla mia umile tastiera, tanto di cappello a King che con un libro di poco più di 100 pagine ha scritto un thriller a lieto fine non da poco. 

Voto: 8

Grazia

King non delude mai! Nemmeno in un romanzetto di appena cento pagine uscito per la prima
volta nel 2007. Adrenalina e ansia crescente caratterizzano questo suo romanzo come tutti gli altri.
È la storia di Emily, una donna che ha recentemente perso la figlia ed in fuga da un matrimonio
distrutto trova rifugio nella corsa. Ben presto si troverà a dover affrontare un’altra situazione
molto complicata.
Fugace, travolgente e angosciante… insomma, King!

Voto: 8,5

Gloria

Questo libro, pur essendo breve, mi ha catturata in modo positivo, ben oltre le mie aspettative sin da subito. Il racconto, seppure breve, é lineare e scorrevole, la suspense e l’angoscia viene mano a mano che vai avanti con la lettura, anche grazie alla capacità dell’autore di scendere nei particolari in molti momenti del racconto.Sono entrata facilmente in empatia con Emily, la protagonista di questo romanzo, una ragazza forte, dinamica, coraggiosa, molto curiosa e questa curiosità le costerà caro purtroppo ed é una donna che ha vissuto un dolore inimmaginabile, che nessuna mai dovrebbe provare (la morte della figlioletta di appena pochi mesi). 

L’ autore data la complessità e la delicatezza di questo tema, si é sempre mostrato rispettoso ed estremamente corretto nel trattarlo, anzi forse oserei dire avrebbe anche potuto parlarne un po di più… Consiglio questo romanzo vivamente a tutti, anche a chi si appresta per la prima volta a letture di questo genere. 

Passione Libri

Ho letto questo libro in poche ore, mi ha completamente travolta dall’inizio. L’angoscia che l’autore riesce a trasmettere durante tutto il libro è così forte da costringere il lettore a non staccarsi dalle pagine. Io, personalmente, non riuscivo a lasciare in sospeso la lettura per dedicarmi ad altro. Emily, la protagonista, una donna apparentemente fragile ma con una forza immane, riesce a sopravvivere alla sua curiosità e a scappare dall’aguzzino. Ho apprezzato il libro, lo consiglio a tutti. Nonostante sia breve, è un thriller che merita di essere letto.

Voto: 10

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Recensione di “Ricordi felici e altri racconti” di Giuseppina Amato

Non abbiate fretta di crescere, perché una volta diventati adulti lo rimpiangerete. Godetevi ogni esperienza che va di pari passo con la vostra età, evitando l’estinzione di queste creature pure e sincere: i bambini.

Giuseppina Amato

Leggere libri di racconti brevi non sempre mi entusiasma, perché io sono per quei libri lunghi, pieni di descrizioni e di avventure. In questo caso però sono rimasta abbastanza contenta e soddisfatta, anche se alcune cose non mi hanno convinta. Ringrazio anticipatamente l’autrice per avermi inviato una copia digitale del suo libro e avermi permesso così di leggerlo e di parlarvene.

Trama

• Ricordi felici: Uta è una ragazza giapponese amante della musica. Ha un sogno nel cassetto che spera di realizzare, ma anche l’amore è dietro l’angolo.
• Il coinquilino: Cristina è una ragazza di Termini Imerese che frequenta l’università di Palermo. Decide di affittare un appartamento per non fare più la pendolare.
• C’erano una volta… i bambini: racconto autobiografico sull’infanzia dell’autrice, per mettere in evidenza la differenza generazionale tra la sua e quella dei bambini e dei ragazzi di oggi.

Recensione

Siccome il libro è composto da tre racconti brevi, suddividerò la recensione in tre punti, in modo che io possa dari per filo e per segno il mio parere su tutte e tre le storie. Mi sono piaciute tutte, anche se la prima inizialmente non mi ha colpita tanto. Siete pronti a sapere cosa ne penso?

1 – Ricordi felici

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Il primo racconto si intitola “Ricordi felici” e racconta la storia di Uta, una ragazza giapponese con la passione per la musica. Sogna da sempre di aprire un negozio di dischi e appena ne ha la possibilità inizia a lavorare per riuscire a mettere da parte qualcosa e investire nell’attività. Fa addirittura due lavori per evitare di chiedere aiuto ai suoi genitori, molto presenti ed entusiasti al punto da voler a tutti i costi aiutare la figlia. Anche quando la stessa subirà un forte trauma loro saranno lì a cercare di sollevarla e di proteggerla. Tutto è bene ciò che finisce bene, come in questo caso. Uta riuscirà ad uscire dall’inferno del destino e a costruirsi una vita realmente felice. I sacrifici fatti la porteranno lontano, perché ciò che conta nella vita è l’amore e lei sa amare incondizionatamente.

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Ammetto che inizialmente non mi convinceva, non riuscivo a capire bene la storia a causa anche della velocità di narrazione caratteristica delle prime pagine del libro. Andando avanti con la lettura mi sono appassionata sempre di più, fino a coinvolgermi così tanto da versare anche qualche lacrima. Una parte che ho apprezzato tanto è il punto in cui i genitori le raccontano una verità nascosta davvero molto importante per Uta, che dovrà fare i conti con la realtà e con il destino. Detto questo penso di aver la calamita per i libri a cui il protagonista si rompe la macchina… provo forte empatia per queste situazioni, ormai sono abbonata con il carro attrezzi!

Il racconto è bello, anche se l’inizio è troppo veloce. La narrazione è in prima persona e il narratore coincide con il protagonista. Lo stile di scrittura è semplice e non troppo ricercato, chiunque può comprendere il racconto senza troppe difficoltà. Una parte importante è certamente la legenda, in cui l’autrice specifica le cose e i termini che non tutti potrebbero conoscere.

2 – Il coinquilino

Il secondo racconto si intitola “Il coinquilino” e racconta la storia di Cristina, una ragazza al terzo anno di Università che decide di trasferirsi vicino ad essa per evitare di prendere giornalmente l’autobus, di cui è davvero stanca. Ciò la avvantaggia molto, in quanto si troverà vicino al suo fidanzato Raoul e alla sua amica Francesca. Scelto l’appartamento, che dovrà condividere con Salvatore, finalmente Cristina è pronta per la sua nuova vita. Ma non è pronta a una notizia che le sconvolgerà i piani: il tradimento del suo fidanzato. Grazie a Salvatore e Francesca, Cristina riuscirà a non cadere a pezzi, anche se la notizia la rattrista molto. Riuscirà a superare l’insistenza del suo ex e a lasciarsi andare a una nuova storia, anche se con un ragazzo più piccolo. Non è l’età che conta, come insegna questo libro, ma ciò che c’è dentro il cervello.

Questo racconto mi è piaciuto molto sin da subito, perché la narrazione non è veloce come nel primo e la storia si capisce bene sin da subito. Forse perché ambientato in Italia quindi i nomi e le città sono più comuni? Non saprei, ma certamente è il mio preferito. Ho adorato la parte finale, il narratore in prima persona si eclissa e interviene Salvatore che si rivolge direttamente al lettore, chiedendo a lui e alla sua amata un po’ di privacy. Non ho mai letto una cosa così da nessuna parte! Geniale, davvero. Il personaggio che mi è piaciuto di più è proprio Salvatore, un ragazzo così genuino e sincero… ne esistono davvero pochi e Cristina fortunatamente lo capisce.

3 – C’erano una volta… i bambini.

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Il terzo racconto si intitola “C’erano una volta… i bambini” ed è una testimonianza autobiografica che l’autrice ci dona sui suoi tempi. Quando per televisione davano Bim Bum Bam, quando a scuola si giocava al gioco delle sedie o a “un, due, tre… stella”, quando i genitori punivano i figli a seguito di marachelle. Ci racconta di quanto fossero genuini i bambini di un tempo, di quanto fosse bello sbucciarsi le ginocchia e farsi rimproverare per il ritardo nel rientro a casa. Certo, non mancavano i bulletti che a scuola prendevano in giro i deboli per qualche caratteristica fisica particolare, ma il bullismo si fermava lì.

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Oggi è tutto diverso, ci si diverte a usare una play station, un telefonino o a filmare le risse a scuola. Ci si diverte a deridere gli altri online, a nascondersi dietro uno schermo e a non prendere più posizioni. La televisione oggi trasmette programmi ben diversi, la vasta scelta mediale non sempre è un vantaggio e i genitori si stanno arrendendo di fronte al potere che i figli iniziano ad assumere pian piano. Il coprifuoco non esiste quasi più, i ragazzi tornano a casa ubriachi e drogati e i genitori raramente riescono a reagire. É colpa dei social, o della resa a cui si sottopongono? É un fenomeno sociale che andrebbe preso in considerazione, per evitare il peggioramento con l’avanzare del tempo.

Ho apprezzato molto questa testimonianza e questo pensiero in merito alla generazione attuale, troppo finta e piena di pregiudizi. Io sono dell’idea che ogni tempo abbia la sua moda, ma la moda di oggi è per certi versi sbagliata. Crescendo dobbiamo imparare a conservare il bambino che siamo stati, perché solo così possiamo continuare a sognare.

Vi consiglio il libro?

Vi consiglio la lettura di questo libro perché sono dell’idea che tratti di tre temi molto importanti: i ricordi, l’amore oltre l’età e l’infanzia. Chiunque riuscirà a mettersi nei panni di tutti e tre i protagonisti e ad apprezzare la loro storia, in un modo o nell’altro, perché siamo tutti un po’ come loro. Se volete sognare un po’, questo libro è adatto a voi!

Voto: 4.5\5

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Collaborazione – Recensione di “Scarafaggi di vetro” di Claudia Polsinelli

E quando ricordo me che mordo quel tempo finito, lo stomaco brucia e sembra che i ricordi ci si spacchino dentro, un mattatoio nel mio corpo fragile. E anche lo scarafaggio è di vetro: le antenne sono lame che ispezionano il crasso e di Virginia non scovano nulla tranne l’eco dei rintocchi, perché Virginia è un pezzo di vetro, è mille pezzi di vetro che galleggiano sparsi sopra il mio sangue.

Claudia Polsinelli

Scarafaggi di vetro” è in campagna crowdfunding con la casa editrice Bookabook, quindi diventerà un libro cartaceo solo nel momento in cui verrà raggiunta la soglia di 200 preordini. Siccome il libro è veramente molto bello, Claudia sta per raggiungere il suo sogno, perché manca davvero poco al raggiungimento delle copie necessarie!
Ringrazio l’autrice per avermi fornito in anteprima una copia digitale del libro e avermi così permesso di fare la conoscenza di Mario, protagonista e narratore del romanzo.

Trama

Mario scrive a Virginia. Scrive di albe, rintocchi e lune piene; scrive da irato, fragile e docile davanti a caffè amari e luoghi da collezione.
Mario incontra Rachele, ma il corpo di donna che si insinua tra i suoi sogni notturni o in quelli a occhi aperti rimane lo stesso. Il profumo di tabacco secco e fragole che porta Virginia sul collo è solo suo e di giorni lontani.
Il passato diventa presente. Mario e Virginia sono scarafaggi distanti: uno pedina, l’altro si infila nel tempo futuro.
La corsa vana e la meta intangibile saranno vetro. Mille pezzi di vetro ed eterna ossessione.

Recensione

Quando ho iniziato a leggere questo libro, ammetto di aver avuto un’impressione negativa. La struttura del romanzo, composta dal capito narrato al presente che si conclude sempre con una lettera scritta al passato, non mi convinceva. Non riuscivo a capire il senso, non riuscivo a connettere le varie lettere e le varie informazioni. Mario, il protagonista, è in crisi a causa della rottura con la sua ex fidanzata. Nonostante lui riesca a conoscere un’altra donna, non riesce affatto a dimenticarsi della sua amata. Virginia e Rachele sono infatti molto simili, seppur tanto diverse, quindi Mario ogni volta che incontra Rachele finisce per ubriacarsi pensando al suo amore perduto.

Ma non è come sembra…

Il lettore infatti è convinto fino alla fine che ciò che legge corrisponda alla realtà, ma non è così. L’autrice è stata veramente molto brava a confondere chi legge e infatti, a un certo punto della storia, tutto cambia. Il lettore a quel punto vedrà la storia da una prospettiva diversa, perché ciò che sembra un romanzo d’amore si trasforma da una pagina all’altra in un thriller psicologico davvero avvincente. Penso nella mia carriera da lettrice di non aver mai incontrato una storia così, che sembra una cosa ma si rivela tutt’altro.

Il tema principale

Come anticipato, il romanzo si struttura su capitoli abbastanza corti ma che si concludono tutti con una lettera in carattere diverso dal testo principale scritta al passato per Virginia. Il mio pensiero inizialmente era che fosse presente la lettera per farci capire quanto sia difficile dimenticare un amore come quello tra Mario e Virginia. Ho capito solo dopo il reale motivo della presenza delle lettere, ma questo non posso svelarvelo. Ciò che posso dirvi è che il tema trattato è un tema purtroppo molto attuale: l’ossessione. Tra amore e ossessione il filo è veramente sottile e molto spesso si confonde l’uno per l’altro, rischiando a volte di incappare in guai davvero seri. É ciò che accade in questo libro, perché l’amore e l’ossessione combaciano, ma uno prenderà il sopravveno sull’altro.

Cosa penso?

Da amante dei thriller, io penso che questo libro meriti di essere letto e amato, prima di tutto per la struttura e poi per il cambio improvviso di prospettiva. Non mi è mai capitato di leggere un libro così, questa è la prima volta e devo dire di esserne rimasta davvero felice. Quando i libri che ricevo mi piacciono, per me è sempre un immenso piacere. Vi consiglio la lettura di questo romanzo, perché oltre ad essere interessante, è ricco di suspense e colpi di scena davvero fenomenali. Introvabili in altri romanzi ma soprattutto davvero originali.

Voto: 5\5

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Sei un autore emergente? Il Regno di Orfeo fa al caso tuo! Scopri perché!

Da tempo collaboro con autori emergenti e mi occupo della promozione dei loro scritti parlandone sul blog e su Instagram. Recentemente ho avuto l’onore di leggere un libro veramente bello, intitolato “Chi ha ucciso Euridice?” di Vincenzo Tagliaferri. Mi sono appassionata subito allo scritto e ho avuto modo di scambiare qualche chiacchiera con lui, persona davvero talentuosa e in gamba. Mi ha parlato del suo canale Youtube, “Il regno di Orfeo” e di un progetto del quale mi piacerebbe proprio parlarvi, dedicato agli autori emergenti e non. Oltre che ad essere un bravissimo scrittore, è anche un compositore. Sul suo canale ho avuto il piacere di ascoltare la lettura di una poesia, accompagnata dal sottofondo di una canzone suonata e composta da Vincenzo.

Il progetto di Vincenzo dedicato agli autori.

Foto di Free-Photos da Pixabay

Il canale Youtube “Il Regno di Orfeo” è dedicato alla scrittura creativa, quindi a poesie, racconti brevi o estratti di romanzi e ha lo scopo di creare una rete di lettori e autori.

Il progetto prevede la pubblicazione di video in cui verranno recitati vocalmente da Armida De Rosa alcuni testi, i quali saranno accompagnati in sottofondo da musica inedita composta da Vincenzo. Ogni quindici giorni (nella seconda e quarta settimana del mese) verrà dedicato un piccolo spazio agli autori esterni, che siano emergenti o non, i quali abbiano voglia di sentire un loro pezzo interpretato.

La durata dei video

La durata dei video è per ora impostata sui 3\4 minuti circa. Se l’autore ha voglia di inviare un pezzo del suo romanzo, una sua poesia o semplicemente un piccolo racconto, dovrà tenere in considerazione questo tempo. Se invece l’autore vuole inviare un racconto che sia più lungo del tempo stimato, allora il testo sarà diviso in puntate.

Valutazione e promozione

Il materiale proposto sarà valutato e programmato nel corso delle settimane. Gli autori e i blogger saranno avvisati per procedere con le condivisioni e le promozioni. Si consiglia inoltre agli autori che vorranno partecipare di iscriversi al canale in modo di avere la precedenza e di contribuire con la promozione del canale interagendo e\o condividendo con esso.

Saranno accettati tutti i generi!

Invito tutti gli autori che vogliano mettersi in gioco, di contattare Vincenzo e di proporre a lui ciò che più ritengono appropriato! Vi lascio il contatto e il canale Youtube! Se siete curiosi di leggere anche il suo libro, di cui uscirà presto l’audio-libro (sempre accompagnato dalla sua musica), vi lascio il pulsante di rimando al link d’acquisto.

Contatta Vincenzo: tagliaferriv@gmail.com

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Il mondo dei libri: copertina rigida o flessibile?

Mai giudicare un libro dalla sua copertina

cit. Fran Lebowitz

E’ una giornata di sole qualunque, decidiamo di andare a fare un giro in centro. Prendiamo la macchina e ci immergiamo nel traffico della città, parcheggiamo e iniziamo a camminare. Tra una chiacchiera e l’altra con il nostro fidanzato, la nostra fidanzata o un nostro amico, passiamo davanti a tanti negozi, anche se quello che ci attira più di tutti è la libreria. Entriamo e veniamo pervasi dal profumo della carta stampata, dal silenzio che non si trova in nessun altro luogo. Iniziamo a girare tra gli scaffali alla ricerca di nuovi titoli da leggere. Le novità, la narrativa, i gialli, l’avventura, i fantasy: la scelta è vasta.

Ho tanti libri da leggere, dovrei evitare altri acquisti“, continuiamo a ripeterci tra noi. Però la tentazione di regalarci un’altro viaggio immaginario è troppa, non riusciamo a resistere così ci promettiamo di comprarne solo uno. Ma quale? Quello che voglio leggere e che abbiamo in lista da tanto, oppure un libro che ci incuriosisce in quel momento? Soprattutto: copertina rigida o flessibile?

Copertina rigida o flessibile: la differenza.

La differenza tra copertina rigida e copertina flessibile è sostanzialmente economica. La copertina flessibile caratterizza le edizioni economiche o tascabili. La copertina si realizza dividendo le pagine in fascicoli che verranno successivamente fresati dal lato della piega e incollati. In alcune edizioni, prima di essere incollati, i fascicoli vengono cuciti con un filo di lino o cotone.

La copertina rigida caratterizza le edizioni costose. La copertina si realizza realizzata con un cartoncino rigido, ricoperto da un foglio colorato che ha la funzione di proteggerla e farla durare nel tempo. Inoltre, la copertina rigida ha un valore maggiore rispetto alla copertina flessibile. Avere un’intera saga di Harry Potter in copertina rigida significa possedere un valore economico importante, anche se non credo che gli amanti di Harry Potter potrebbero mai vendere edizioni così pregiate giusto per racimolare qualche soldo.

Cosa scelgo io?

Quando mi trovo davanti a uno scaffale di una libreria, non faccio quasi mai caso all’edizione della copertina. Amo indistintamente tutti i libri, anche se preferisco la copertina rigida per le nuove uscite. I miei libri preferiti sono quasi tutti in edizione rigida perché li ho acquistati appena usciti. Tra un libro che ho in lista da tempo e uno che mi incuriosisce sul momento, invece, scelgo sempre quello che mi dice l’istinto e molto spesso è la seconda opzione.

Foto di StockSnap da Pixabay

Ma se devo scegliere l’edizione, quale scelgo? Beh, se devo scegliere un libro che si trova sia in edizione rigida che in edizione flessibile scelgo la prima. Sono una di quelle lettrici che, quando legge un libro con copertina rigida, toglie la sovra-copertina per evitare che si rovini. Non la butto, la accantono giusto il tempo della lettura poi la rimetto!

Apprezzo molto anche alcune edizioni flessibili, a partire da quelle della Feltrinelli Economica fino ad arrivare a quelle di Sellerio Editore. Si possono piegare, mettere in borsa e portare ovunque. Inoltre mi piace molto osservare il ripiano della libreria in cui sono sono ordinate e vedere l’omogeneità che si crea, diversamente da quella delle copertine rigide.

Quindi… quale acquistare?

Da amante di libri posso consigliarvi di acquistare l’edizione che vi ruba il cuore. Capitando davanti a un determinato libro, proverete certamente un’emozione importante. Bene, quello è il libro giusto. Che la copertina sia rigida o flessibile, il contenuto è lo stesso, perciò prendete quello che più vi attira e non pensateci troppo: il cuore decide molto prima della testa.

Se siete interessati a leggere gli articoli precedenti, vi lascio i pulsanti di rimando.