Non abbiate fretta di crescere, perché una volta diventati adulti lo rimpiangerete. Godetevi ogni esperienza che va di pari passo con la vostra età, evitando l’estinzione di queste creature pure e sincere: i bambini.
Giuseppina Amato
Leggere libri di racconti brevi non sempre mi entusiasma, perché io sono per quei libri lunghi, pieni di descrizioni e di avventure. In questo caso però sono rimasta abbastanza contenta e soddisfatta, anche se alcune cose non mi hanno convinta. Ringrazio anticipatamente l’autrice per avermi inviato una copia digitale del suo libro e avermi permesso così di leggerlo e di parlarvene.
Trama
• Ricordi felici: Uta è una ragazza giapponese amante della musica. Ha un sogno nel cassetto che spera di realizzare, ma anche l’amore è dietro l’angolo.
• Il coinquilino: Cristina è una ragazza di Termini Imerese che frequenta l’università di Palermo. Decide di affittare un appartamento per non fare più la pendolare.
• C’erano una volta… i bambini: racconto autobiografico sull’infanzia dell’autrice, per mettere in evidenza la differenza generazionale tra la sua e quella dei bambini e dei ragazzi di oggi.
Recensione
Siccome il libro è composto da tre racconti brevi, suddividerò la recensione in tre punti, in modo che io possa dari per filo e per segno il mio parere su tutte e tre le storie. Mi sono piaciute tutte, anche se la prima inizialmente non mi ha colpita tanto. Siete pronti a sapere cosa ne penso?
1 – Ricordi felici
Il primo racconto si intitola “Ricordi felici” e racconta la storia di Uta, una ragazza giapponese con la passione per la musica. Sogna da sempre di aprire un negozio di dischi e appena ne ha la possibilità inizia a lavorare per riuscire a mettere da parte qualcosa e investire nell’attività. Fa addirittura due lavori per evitare di chiedere aiuto ai suoi genitori, molto presenti ed entusiasti al punto da voler a tutti i costi aiutare la figlia. Anche quando la stessa subirà un forte trauma loro saranno lì a cercare di sollevarla e di proteggerla. Tutto è bene ciò che finisce bene, come in questo caso. Uta riuscirà ad uscire dall’inferno del destino e a costruirsi una vita realmente felice. I sacrifici fatti la porteranno lontano, perché ciò che conta nella vita è l’amore e lei sa amare incondizionatamente.
Ammetto che inizialmente non mi convinceva, non riuscivo a capire bene la storia a causa anche della velocità di narrazione caratteristica delle prime pagine del libro. Andando avanti con la lettura mi sono appassionata sempre di più, fino a coinvolgermi così tanto da versare anche qualche lacrima. Una parte che ho apprezzato tanto è il punto in cui i genitori le raccontano una verità nascosta davvero molto importante per Uta, che dovrà fare i conti con la realtà e con il destino. Detto questo penso di aver la calamita per i libri a cui il protagonista si rompe la macchina… provo forte empatia per queste situazioni, ormai sono abbonata con il carro attrezzi!
Il racconto è bello, anche se l’inizio è troppo veloce. La narrazione è in prima persona e il narratore coincide con il protagonista. Lo stile di scrittura è semplice e non troppo ricercato, chiunque può comprendere il racconto senza troppe difficoltà. Una parte importante è certamente la legenda, in cui l’autrice specifica le cose e i termini che non tutti potrebbero conoscere.
2 – Il coinquilino
Il secondo racconto si intitola “Il coinquilino” e racconta la storia di Cristina, una ragazza al terzo anno di Università che decide di trasferirsi vicino ad essa per evitare di prendere giornalmente l’autobus, di cui è davvero stanca. Ciò la avvantaggia molto, in quanto si troverà vicino al suo fidanzato Raoul e alla sua amica Francesca. Scelto l’appartamento, che dovrà condividere con Salvatore, finalmente Cristina è pronta per la sua nuova vita. Ma non è pronta a una notizia che le sconvolgerà i piani: il tradimento del suo fidanzato. Grazie a Salvatore e Francesca, Cristina riuscirà a non cadere a pezzi, anche se la notizia la rattrista molto. Riuscirà a superare l’insistenza del suo ex e a lasciarsi andare a una nuova storia, anche se con un ragazzo più piccolo. Non è l’età che conta, come insegna questo libro, ma ciò che c’è dentro il cervello.
Questo racconto mi è piaciuto molto sin da subito, perché la narrazione non è veloce come nel primo e la storia si capisce bene sin da subito. Forse perché ambientato in Italia quindi i nomi e le città sono più comuni? Non saprei, ma certamente è il mio preferito. Ho adorato la parte finale, il narratore in prima persona si eclissa e interviene Salvatore che si rivolge direttamente al lettore, chiedendo a lui e alla sua amata un po’ di privacy. Non ho mai letto una cosa così da nessuna parte! Geniale, davvero. Il personaggio che mi è piaciuto di più è proprio Salvatore, un ragazzo così genuino e sincero… ne esistono davvero pochi e Cristina fortunatamente lo capisce.
3 – C’erano una volta… i bambini.
Il terzo racconto si intitola “C’erano una volta… i bambini” ed è una testimonianza autobiografica che l’autrice ci dona sui suoi tempi. Quando per televisione davano Bim Bum Bam, quando a scuola si giocava al gioco delle sedie o a “un, due, tre… stella”, quando i genitori punivano i figli a seguito di marachelle. Ci racconta di quanto fossero genuini i bambini di un tempo, di quanto fosse bello sbucciarsi le ginocchia e farsi rimproverare per il ritardo nel rientro a casa. Certo, non mancavano i bulletti che a scuola prendevano in giro i deboli per qualche caratteristica fisica particolare, ma il bullismo si fermava lì.
Oggi è tutto diverso, ci si diverte a usare una play station, un telefonino o a filmare le risse a scuola. Ci si diverte a deridere gli altri online, a nascondersi dietro uno schermo e a non prendere più posizioni. La televisione oggi trasmette programmi ben diversi, la vasta scelta mediale non sempre è un vantaggio e i genitori si stanno arrendendo di fronte al potere che i figli iniziano ad assumere pian piano. Il coprifuoco non esiste quasi più, i ragazzi tornano a casa ubriachi e drogati e i genitori raramente riescono a reagire. É colpa dei social, o della resa a cui si sottopongono? É un fenomeno sociale che andrebbe preso in considerazione, per evitare il peggioramento con l’avanzare del tempo.
Ho apprezzato molto questa testimonianza e questo pensiero in merito alla generazione attuale, troppo finta e piena di pregiudizi. Io sono dell’idea che ogni tempo abbia la sua moda, ma la moda di oggi è per certi versi sbagliata. Crescendo dobbiamo imparare a conservare il bambino che siamo stati, perché solo così possiamo continuare a sognare.
Vi consiglio il libro?
Vi consiglio la lettura di questo libro perché sono dell’idea che tratti di tre temi molto importanti: i ricordi, l’amore oltre l’età e l’infanzia. Chiunque riuscirà a mettersi nei panni di tutti e tre i protagonisti e ad apprezzare la loro storia, in un modo o nell’altro, perché siamo tutti un po’ come loro. Se volete sognare un po’, questo libro è adatto a voi!
Voto: 4.5\5
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