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Collaborazione – Recensione di “Al di là della propria anima” di Eugenio Pattacini

“Non vedo, quindi non son visto”, in buona sintesi. Sostanzialmente la supponenza di chi crede che possa esistere solamente ciò che conosce. Lo struzzo che nasconde la testa nella sabbia.

Eugenio Pattacini

Buonasera cari amici lettori, come state? Per me sono giorni intensi, tra lavoro, esami, studio e libri. Ma tra una cosa e l’altra, questa settimana sono riuscita a leggere il nuovissimo libro di Eugenio Pattacini, autore di cui vi ho già parlato! Si intitola “Al di là della propria ombra” ed è un thriller mozzafiato!

Trama

Guido Ferrari è un relatore e tutti lo conoscono come “Magari”. Lucia Camurri si occupa di teatro e per gli amici è “Sesta”.Cos’hanno in comune oltre ad avere un soprannome? Sono entrambi vittime in una serie di omicidi sui quali indaga Luca Merola, ispettore di polizia la cui umanità è seconda forse solamente al suo strano rapporto con le norme e i regolamenti. Il nuovo romanzo di Eugenio Pattacini è caratterizzato da un “io narrante” alternato tra la prima e la terza persona e vive sull’evoluzione di indagini in cui vicende pubbliche si incrociano con situazioni private, fornendo scenari che, di volta in volta, paiono presentare al lettore ipotetiche soluzioni, salvo poi stravolgere ogni valutazione e dare un nuovo senso agli accadimenti. In un ritmo sempre più incalzante si incontrano le dinamiche dei vari assassinii, colpi di scena, relazioni non sempre limpide, amori, sensualità, pensieri, paure, desideri, ansie, mire e umanità dei singoli personaggi, i cui profili mutano drasticamente con l’incedere del racconto.

Recensione

Forse sono di parte, ma cedo che questo libro entrerà nella mia top 10 di libri preferiti! Da quando ho conosciuto Eugenio, l’ho sempre reputato un ottimo autore, ma da quando ho finito questo libro è diventato uno dei miei autori emergenti preferito.

Il libro

Di genere thriller, in questo romanzo troviamo una narrazione particolare, costituita da due tipi di narratore: in prima e in terza persona. Capita spesso di trovare libri in cui si alterna una narrazione in prima persona, che ci permette di conoscere l’intimità di un personaggio, a una in terza. Solo pochi di questi riescono a rendere perfettamente l’atmosfera voluta. Eugenio è riuscito a crearla, rendendola anche inquietante, a volte. In questo caso, il narratore in terza persona è neutrale, non conosce molto più del lettore. Quello in prima persona è invece il colpevole, che non si rivela mai e che non lascia nessun indizio. Il lettore farà fatica a capire se è maschio o femmina, perché molto bravo a celarlo, quindi non riuscirà certo a capire chi è!

Del libro mi è piaciuta anche l’accuratezza delle descrizioni, tant’è che mentre leggevo mi sembrava di essere lì e vedere tutto con i miei occhi. L’autore è stato molto bravo a raccontare la storia senza mai svelare niente. Il finale mi ha lasciata infatti a bocca aperta!

Alcuni personaggi

In questo romanzo troviamo un ispettore di polizia alquanto strano, ma che ho apprezzato molto. Luca Merola è infatti un uomo deciso, sicuro di sé e che non teme il pericolo, ma è anche contrariato dalle regole e dalle leggi. Vorrebbe comandare il mondo e gestire le situazioni a sua piacimento. Mi è piaciuto perché non si è fatto mettere i piedi in testa, ha svolto l’indagine in maniera originale ma seria e precisa. Anche nel momento in cui sembra fare solo buchi nell’acqua, non si arrende e prosegue secondo il suo istinto, che lo porterà sulla strada giusta.

Stefania è una collaboratrice di Luca, nonché sua compagna (non è spoiler, stanno insieme e si vede all’inizio del libro). Mi è piaciuta ma non troppo, perché è fragile, frettolosa e impulsiva, caratteristiche che non vanno d’accordo con la ricerca di un serial killer. Avrei preferito una donna più decisa, ma tutto sommato non è male.

Il narratore in prima persona, che corrisponde al killer, è quello che probabilmente mi è piaciuto di più. Ansioso al punto da diventare ansiogeno, cauto ma talvolta distratto, silenzioso. Queste caratteristiche rendono il colpevole molto interessante, soprattutto perché grazie ad esse riesce a rimanere nell’ombra.

La mia parte preferita è…

… l”epilogo. Essì, avete capito bene. Strano ma vero: questo libro ha un epilogo da paura! Breve ma intenso. Dall’epilogo si capiscono molte cose. Mi ha davvero colpita ed è raro che gli epiloghi mi colpiscano, poichè di solito mi concentro sul romanzo. Anche in questo caso, ma con la sorpresa finale.

La fine. Ancora una volta il preludio al massimo sgomento: la paura al di là della propria ombra.

Eugenio Pattacini

Vi consiglio il libro?

Assolutamente sì. Ve lo consiglio sia che voi siate amanti dei thriller sia che vogliate approcciarvi al genere per la prima volta. É un libro semplice, scorrevole e molto bello!

Voto: 5\5

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