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Collaborazione – Recensione de “L’aristocrazia Vampirica” di Fabio Rinaldi

Premessa

Il fantasy non è per niente il mio genere. Attualmente ho accettato solo due collaborazioni per recensioni di romanzi fantasy ma saranno le uniche che presenterò, in quanto ho capito che pur sforzandomi ci metto un’eternità a leggerli e non riesco ad essere obbiettiva (avendone letti davvero pochi quando ero molto più piccola). Metterci tanto tempo a leggere un libro non è mai buon segno, perché sembra che il romanzo non mi stia piacendo… anche se in realtà mi piace (come è avvenuto in questo caso). Per questo motivo la recensione sarà puramente in merito alla struttura e alla narrazione in modo completamente soggettivo, non avendo strumenti oggettivi per poter essere più completa possibile.

Ringrazio l’autore per avermi mandato la copia cartacea del romanzo e lo ringrazio anche per avermi compresa quando ha saputo che il fantasy non è esattamente il mio genere preferito e per non essersi “arrabbiato” vedendo che passavano mesi e la recensione non compariva. Il problema è stato principalmente quello di finirlo… non riuscivo a leggere più pagine consecutivamente, perdevo la concentrazione ripetutamente, ma ripeto che il problema è mio: il libro è bello.

Trama

Il mondo di Oblivion era popolato da molte razze: Umani, Pelleverde, Nani, Incivili ed Elfi, tutte in lotta per la sopravvivenza. Ma una nuova minaccia incombeva imperiosa, oscura e diabolica. Marius von Haeseler, detto l’Incauto, barone a capo della città di Mesto Rifugio, viene presto soppiantato dal vincitore del torneo da lui organizzato: Ilnur Volkov, vampiro. Il suo nuovo regno “forniva la possibilità di vivere, se si fossero rispettate le sue leggi, e se ognuno non si fosse intromesso in affari che non gli riguardassero. E così l’aristocrazia vampirica ne uscì rafforzata, pronta a costruire le basi verso future mire espansionistiche”. Battaglie cruente, terrore e devastazione, le città pian piano caddero in mano ai vampiri. Ilnur vinceva sempre. L’autore ci dona un romanzo dalla grande forza evocativa, visionario e profondo, in cui il bene ha smesso di lottare contro il male, la bramosia del potere e l’ascesa sociale governano il mondo e gli uomini guidati solo dall’odio e dall’invidia verso i propri fratelli tradiscono la loro umanità.

Recensione

Come ho anticipato all’inizio dell’articolo, questa recensione sarà diversa da quelle che sono abituata a proporvi. In primo luogo perché non ho parametri di paragone su cui potermi basare per giudicare “oggettivamente” il romanzo, in secondo luogo perché il fantasy è un genere che non leggo mai e che faccio fatica a portare a termine.

La trama mi aveva incuriosita, perché mi interessava capire l’evoluzione della minaccia sul Oblivion. Pensavo che la minaccia fosse qualcosa di meno pericoloso e cupo di quella che si rivela alla fine, ma ho apprezzato tantissimo, forse più delle mie aspettative, il personaggio misterioso che porta con sé il buio.

Il libro è scritto bene, strutturato bene e il lessico utilizzato è semplice e abbastanza comprensibile anche da chi, come me, fa fatica ad approcciarsi al genere. Mi ha aiutata molto il fatto che i capitoli abbastanza lunghi fossero divisi da piccoli asterischi, dopo i quali cambiava scena e momento, perché la narrazione si interrompeva e avevo così modo di fare il punto della situazione. L’ambientazione del romanzo è un mondo magico ma che ho trovato molto simile alla terra, o forse l’ho proprio immaginato così.

Vi consiglio questo libro perché è bello, si legge volentieri ed è ricco di avventura, di suspense e di battaglie! Se vi piacciono i fantasy, sicuramente questo libro fa per voi.

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