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COLLABORAZIONE – La Bibbia di Kolbrin di Claudio Colombo

Buona sera amici miei,
come state?

Io in questi giorni sto avendo tante botte in testa dalla vita, ma calma e sangue freddo sto riuscendo bene a farmi scivolare tutto da dosso.

Oggi, contro ogni mia previsione, sono riuscita a mettermi seduta al computer per dedicare qualche minuto alla stesura della recensione del meraviglioso (poi vi spiego perché) libro di Claudio. L’autore mi ha gentilmente inviato una copia dopo che io gliel’ho richiesta, incuriosita dalla recensione di una ragazza che seguo su instagram e con la quale condivido la passione per i thriller. Appena mi è arrivato il libro, ho iniziato a leggerlo e subito sono rimasta affascinata dallo stile dello scrittore, che ringrazio ancora.

Il libro in questione è “La Bibbia di Kolbrin”, romanzo auto-pubblicato di genere thriller. Questo è uno di quei thriller che amo: spietato, accattivante, ricco di colpi di scena e soprattutto pieno di sangue. Ho letto questo libro come lessi un po’ di tempo fa quelli di Lars Kepler: quando è finito sono rimasta un attimo a pensare “ma davvero non esiste ancora un seguito?”

Il distruttore è un serial killer. La Bibbia di Kolbrin la sua firma. Uccide da trent’anni. Non ha mai commesso errori. L’FBI brancola nel buio. 
Una giovane ragazza italiana viene orribilmente uccisa in un appartamento ad Austin in Texas, dove si trova per frequentare un master. L’ultima lettera scritta alla nonna sarà il detonatore di eventi in Italia e negli Stati Uniti. Ivo Lenzi, un giovane avvocato, si troverà, suo malgrado, a combattere per salvarsi. L’unico modo per uscirne è dare un volto all’assassino e affrontarlo. Per farlo dovrà scendere uno a uno gli scalini che lo condurranno alle porte dell’inferno.
Seppur di 651 pagine, questo libro si legge in veramente poco tempo. Salvo impegni lavorativi, universitari e privati, sono riuscita a leggerlo in poco. Sin dalla prima pagina sono stata attratta dallo stile dello scrittore, molto vicino a quello dei miei autori preferiti (Lars Kepler).
La storia scritta da Claudio è veramente molto bella e intrigante: persone diverse con storie diverse si incrociano, destinate ad avere tutto lo stesso destino, quello di conoscere (alcune anche troppo da vicino) il Distruttore. Il Distruttore è un serial killer spietato, che uccide per il puro piacere di farlo. Ama vedere le sue vittime soffrire, implorarlo di lasciarle andare, sapere che per loro sarà l’ultimo giorno di sole. Il Distruttore uccide con abilità, non si fa scoprire, non lascia indizi, non sporca, lascia tutto impeccabilmente perfetto. Il Distruttore arriva ovunque, uccide a chilometri di distanza da casa propria, non si pone il minimo problema a percorrere ore e ore di strada. 
Ivo, un avvocato italiano, si ritroverà catapultato nella storia di Clara, nonna di Sofia, la ragazza uccisa ad Austin. Un’intreccio di anime terrà occupate le vostre serate più cupe, non dandovi mai il tempo di assimilare i fatti che già accadrà qualcosa di nuovo, di più terrificante, di più scandaloso. 
Il Distruttore mi è piaciuto molto come personaggio, anche se può sembrare strano perché solitamente si sta dalla parte delle vittime e non da quella dei carnefici, eppure io stavolta mi sento di fare l’avvocato del diavolo. Il Distruttore è calcolatore, non lascia nulla al caso, studia bene le proprie vittime e riesce a condurre, nonostante i brutali omicidi commessi nel corso degli anni, una vita normale. Ricco, una famiglia “non” perfetta, uomo di carriera e con due figlie femmine. Ma un uomo come lui non può provare affetto, quindi non ama realmente né le figlie né la moglie. Usa la famiglia come copertura, come porto sicuro.
Sinceramente ho follemente amato tutta la storia e, se mai dovesse esserci un seguito, sarò già in fila per leggerlo ancor prima che venga annunciata la pubblicazione. Sono dell’idea che scrittori del genere debbano essere conosciuti, letti e amati. Perché un libro come questo deve essere sugli scaffali della libreria insieme a Wulf Dorn e Donato Carrisi. Un thriller italiano che sembra uno di quelli svedesi o americani che tanto appassionano gli amanti dei thriller, all’altezza di tanti libri e film famosi. Tranne alcuni errori di battitura, dovuti sicuramente ad una distrazione, il libro è scritto in modo impeccabile. Nessun errore grammaticale troppo evidente, nessun buco di trama. Forse descrizioni troppo dettagliate, troppi fatti uno in seguito all’altro, ma davvero nulla di grave. Un libro che si legge e si lascia leggere.
L’unico punto che mi ha lasciata un po’ perplessa è il finale: come è possibile che l’FBI sia così superficiale e lasci scorrere le indagini in modo così approssimativo e poco approfondito? In Texas è concessa la pena di morte, mi pare parecchio eccessivo che un killer del calibro del Distruttore sia davvero passato così “poco” inosservato. Sarà qualcosa di voluto per annunciare un sequel?
Consiglio vivamente questo romanzo a tutti coloro che amano in modo smisurato i thriller e darebbero qualsiasi cosa per leggerne di belli. Questo è bello, molto più di tanti libri famosi.
Voto: 55
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